17. L’ARMONICA DE PASCAL

Murale dipinto da Riccardo Schweizer nel 1983

Riccardo Schweizer, artista nato nel Trentino a Mezzano nel 1925, percorse parecchie discipline artistiche, in quanto fu pittore, scultore, fotografo, designer e architetto.

La sua opera è caratterizzata da una vivace creatività, a cui sicuramente ha contribuito la scelta giovanile di trasferirsi in Francia, per conoscere e frequentare Pablo Picasso ed entrare in contatto con molti artisti tra i quali Marc Chagall e Henri Matisse.

Come avviene in molte sue opere, il dipinto che stiamo ammirando ci racconta uno spaccato di vita quotidiana e sembra dar voce alle emozioni provate dai protagonisti, grazie ad un disegno dai contorni decisi e all’utilizzo di colori forti e contrastanti.

Il murale ci racconta del filò, l’incontro della gioventù del paese nelle sere d’inverno per passare in compagnia qualche ora piacevole, in una casa spaziosa e ospitale, dove le donne filavano ma anche si mostravano a quelli che sarebbero stati i loro futuri sposi, seduti intorno al focolare.
Il fuoco ardeva, Pascal suonava e, nella penombra, potevano scapparci anche incontri d’amore.

Mentre Schweizer stava dipingendo l’amplesso amoroso, si affacciò alla finestra la figlia ormai centenaria di Pascal, e si infuriò ritenendolo scandaloso, ma poi a malincuore accettò l’opera che di fatto era dedicata alla memoria di suo padre.
Nello svolgersi del dipinto vediamo infatti che tutta la parte destra è dedicata alle attività lavorative praticate da Pascal, in quanto suonare la fisarmonica era per lui soltanto un hobby. Lo contempliamo intento al suo lavoro di fabbro, di costruttore di chiavi e di carpentiere, quest’ultima attività dipinta a lato della casa.

Curiosa è la motivazione per cui è stata decorata anche questa parte della casa.
Riccardo Schweizer era un uomo di bell’aspetto, alto, imponente ed aveva sposato una bellissima donna, di cui era molto innamorato.
Quando venne a dipingere il murale era da solo e per questo era svogliato ed il lavoro non procedeva. Compreso il disagio dell’artista, il Comune invitò la moglie a raggiungerlo a Cibiana.
Questo riempì d’entusiasmo Riccardo che cominciò a dipingere con tanta foga che l’intera facciata non fu sufficiente a contenere il suo spirito creativo e così dovette dipingere anche i lati della casa.