23. MARIA SARTA
Murale dipinto da Corrado Balest nel 1986
Corrado Balest nasce a Sospirolo nel 1923 e muore nel 2016.
Formatosi all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, mentre nella città lagunare si sviluppa un animato dibattito fra astrattisti e figurativi, arricchito dalla presenza di artisti del calibro di Filippo De Pisis e di Virgilio Guidi, Balest decide di non schierarsi in quanto, secondo la sua concezione, l’arte è piena di contraddizioni e pertanto attinge indifferentemente sia dall’astrattismo che dal figurativo, senza contrapporre fra loro le due correnti.
Balest si dedica anche al disegno, all’incisione (in particolare all’acquaforte), alla scultura, alla terracotta, ai bronzi e, dal 1985, alla pittura parietale.
Opere di Balest si conservano in numerosi musei stranieri e italiani. Tra questi il Puskin di Mosca, l’Ermitage di Pietroburgo, l’Albertina di Vienna.
Il murale che dipinge a Cibiana è dedicato alla sarta Maria, una donna minuta, simpatica, piena di vita e molto gioviale.
Nel suo laboratorio le ragazze si recavano per imparare a tagliare e cucire e ben presto divenne un punto d’incontro per la gioventù del paese, dove spesso i ragazzi erano oggetto degli scherzi delle ragazze, cui Maria faceva da complice.
Per il paese si raccontano ancora aneddoti di cose avvenute nel laboratorio, come quello del ragazzo che aveva portato la stoffa per farsi un cappotto, ricordandosi di andare a ritirarlo 25 anni dopo.
L’opera che Balest propone a Cibiana è caratterizzata dall’utilizzo di colori molto accesi che delimitano i contorni del soggetto. La figura di Maria è delineata con cenni rapidi, più dettagliate sono le mani (