Il fenomeno dell’emigrazione ha interessato Cibiana da tempi lontani.
La prima testimonianza la troviamo nella piccola chiesa di Santa Maria del Carmine a Masariè, dove, a fianco dell’altar maggiore si trova una pietà lignea. Risale alla fine del 1700 ed è il dono di donne che partivano per fare le balie da latte ai figli di famiglie ricche, acquistata con molti sacrifici usando i già magri risparmi, una preghiera di poter un giorno ricongiungersi con i propri figli lasciati a casa.

I flussi migratori, costanti fin dal 1800, hanno determinato la progressiva riduzione della popolazione col pericolo che la comunità perdesse la propria identità e potesse scomparire.

La realizzazione dei murales rappresenta la volontà dei cibianesi di essere parte attiva del nostro tempo, di non accettare la perdita dei propri valori e della propria storia e di mantenere vive le tradizioni della comunità di montagna.

Sui muri delle vecchie case saranno dipinti storie di vita quotidiana, i vecchi mestieri, le tradizioni, il ricordo di qualche evento memorabile, gioie e sofferenze, sogni e disillusioni.

I temi trattati sono infatti la vita in famiglia, le attività lavorative e di svago, le tradizioni, gli eventi accaduti nelle contrade e, argomento dolente, l’emigrazione verso terre lontane.

Sono 4 i murales che raccontano l’emigrazione.
Letra da lontan (lettera dall’Argentina), dipinto da Giuliano De Rocco nel 1980
L’emigrante, dipinto dal pittore curdo-iraniano Nader Khaleghpour nel 1991
La emigrante dipinto da Renata Olivotti nel 2018
dove la donna emigrante appare divisa a metà a raffigurare la divisione tra necessità e affetti, tra ciò che si desidera e ciò che si deve fare perchè la vita spesso non offre alternative
L’emigrazione, dipinto dal veneziano Saverio Barbaro nel 1997 dove marito e moglie affrontano il peregrinare per la ricerca di una vita migliore a capo chino ma con determinazione

Il messaggio che i murales vogliono dare è quello che anche un piccolo paese è uno spaccato dell’universalità umana e che solo guardando sia dentro che intorno a noi possiamo trovare quelle motivazioni che ci porteranno a difendere ciò che abbiamo per poterlo offrire alle generazioni future.